
Nella frazione Caria
Chiesa della Trasfigurazione di nostro Signore Gesù Cristo.
9 Attuale chiesa Parrocchiale di Caria, L’attuale chiesa parrocchiale di Caria fu edificata nell’anno 1677. In origine essa era più piccola, infatti tra il 1841 e il 1868 fu ampliata e le furono apportate varie modifiche. Durante questi lavori venne anche sostituito l’antico dipinto su tavola posto sull’altare maggiore con il quadro con la scena della trasfigurazione di Gesù del monte Tabor. Nel 1820 fu costruito il campanile. La chiesa riportò seri danni a causa dei terremoti dell’8 settembre 1905 e del 28 dicembre 1908. Per diversi anni le funzioni religiose si svolsero nella chiesa di San Nicola. Nel 1914 ebbero inizio i lavori di ricostruzione: venne rifatto il pavimento e parte della facciata principale. Nel 1945 fu demolito e ricostruito il campanile, sette anni dopo fu ampliata la cappella di San Francesco di Paola per fare posto ad altri tre altari e, infine, nel 1959, furono eliminati il pulpito e gli altari laterali.
Attualmente la chiesa è un edificio di stile composito. Sulla facciata esterna, di colore nocciola, si notano quattro lesene e una serie di fregi in stucco bianco. A destra, il campanile incorporato termina in una guglia. Ha pianta rettangolare a navata unica, con abside semicircolare e cappella laterale. Al suo interno, decorato con stucchi chiari e colonne possiamo trovare alcune pregevoli opere, quali: uno splendido ciborio proveniente dal Convento di San Sergio e Bacco di Drapia, che dovrebbe risalire al XVIII; una tela della Trasfigurazione di Gesù Cristo sul monte Tabor (riproduzione quasi integrale di quello custodito in San Pietro in Vaticano) del Petracca da Ricadi, discepolo del Vivo da Napoli (XIX sec.); una tela della Sacra Famiglia, insieme ai Santi Gioacchino e Anna (1887); una tela della Madonna del Carmelo, con Sant’Ignazio di Loyola (a destra) e San Nicola (a sinistra) (XIX sec); una tela dell’Ultima Cena attribuita a Salvatore Grimaldi (XVIII sec); una statua di San Francesco di Paola (1870); una statua di San Nicola (XIX sec); una statua dell’Immacolata di don Domenico Morizzi di Tresilico d’Oppido (1864); un organo a canne costruito dalla bottega Petillo di Napoli (1870).
Chiesetta della Madonna del Carmine
Eretta nell’anno 1897 da Giuseppe Pugliese per grazia ricevuta, venne ampliata nell’anno 1905 dal medesimo grazie al contributo dei fedeli di tutta la zona ma, quando i lavori furono quasi terminati sopravvenne il disastroso terremoto dell’8 settembre che la danneggiò fortemente. I lavori di ricostruzione vennero eseguiti nel 1907. Successivamente, nel 1953, fu abbellito il soffitto con una tela commissionata a Ignazio Sambiase di Pizzo che ricorda il presunto miracolo avuto, per intercessione della Vergine del Carmelo, da Giuseppe Pugliese durante la tempesta che colpì il battello diretto in America su cui egli si trova. Ai nostri giorni la chiesa è a navata unica con abside semicircolare di stile composito e in muratura.
Torre Galli
Su una collina che domina tutto il pianoro, sulla strada provinciale in direzione di Vibo Valentia, si trovano i resti dell’edificio denominato Torre Galli, una villa che prende il nome dalla nobile famiglia proprietaria dell’edificio . Edificata intorno alla metà del XIX secolo, su preesistenti edifici, venne abbandonata a causa di un incendio che la distrusse quasi completamente rendendola inagibile.
In tutta la zona nel 1922-23 sono stati effettuati degli scavi diretti dall’insigne archeologo Paolo Orsi. In quell’occasione è stato rinvenuto un vasto insediamento del bronzo tardo e della prima età del ferro risalente ai secoli X e al VI secolo a.C. e, un po’ più in basso rispetto al nucleo abitativo, una necropoli risalente allo stesso periodo, con ben 334 tombe (quasi tutte a inumazione in fossa), contenenti oggetti in bronzo, punte di lance e vasellame, oggi esposti al museo di Reggio Calabria.
La chiesa della Madonna del Cardillo
Nei pressi del nuovo tracciato della strada provinciale, in località piana di Santa Maria, sorge un piccolo edificio rurale che un tempo fu sede della chiesa della Madonna del Cardillo. Non sappiamo quand’essa fu edificata, sappiamo solo che tra la fine del medioevo e l’inizio dell’età moderna era una prebenda canonicale del Capitolo Cattedrale di Tropea. Le prime notizie che la riguardano risalgono al 1451. Dalle stesse possiamo rilevare che la chiesa esisteva già da qualche tempo. Nel secolo XIX fu abbandonata e destinata ad uso profano.
Attualmente consta di un solo ambiente di forma rettangolare (diviso in seguito in due vani), le pareti sono in pietra granitica e calcarea ricoperte da intonaco. La porta principale d’accesso ha forma d’arco a tutto sesto ed è costruita in conci di pietra tufacea.
L’area archeologica denominata “tombe saracene”
In località Santa Maria, non lontano dalla chiesa di Santa maria Del Cardillo, sono da segnalare una grotta con pianta a forma di ferro di cavallo, forse un edificio di culto trogloditico, che presenta alcune piccole nicchie scavate sulle pareti interne e una sorta di sedile che corre lungo il perimetro e anche un’area cimiteriale costituita da diverse tombe scavate nell’arenaria di forma rettangolare con orientamento N – S. al cui interno sono state rinvenute in passato alcune brocchette acrome o dipinte a bande e frammenti di sigillata africana D
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