La chiesa vecchia
3 Nel cuore del centro storico di Gasponi sorge la vecchia chiesa dedicata ai Santi Acindyno (o Acindino), Anempodisto, Aftonio, Elpideforo e Pegasio, compagni Martiri di Persia, di cui è ancora integra la facciata. Non sappiamo quando essa fu edificata, ma doveva esistere già nel medioevo. Nei secoli subì vari interventi di modifica e ampliamento. Inizialmente era di modeste dimensioni e probabilmente nel 1593 fu modificata e ampliata, assumendo la sua attuale forma. Ulteriori interventi all’esterno ed all’interno si ebbero nel 1724 e poi nel 1892, anno in cui fu ricostruito il campanile. I terremoti dell’8 settembre del 1905 e del 28 dicembre 1908 la distrussero quasi completamente, tant’è che crollarono la facciata esterna principale, il tetto e la volta, inoltre il pavimento sprofondò ricoprendo la cripta. In quel periodo funzionò come chiesa una baracca di legno. Restaurata negli anni seguenti, successivamente fu adibita a casa canonica.
L’oratorio del SS. Redentore
Ai limiti del centro storico di Gasponi in direzione del capoluogo comunale, sorge l’oratorio della confraternita del SS. Redentore. Consacrato il 13 febbraio 1911, è una piccola cappella di forma rettangolare, a navata unica, senza abside. La facciata, che riprende quella della vecchia chiesa parrocchiale, è neoclassica ed è abbellita da quattro lesene con capitello tuscanico. Sul portone ha una finestra a lunetta e in alto una struttura campanaria avela in mattoni. E’ costruita in muratura di pietra arenaria e pietra granitica ha una copertura a due falde con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi di laterizio e, all’interno, presenta un soffitto in legno.
La chiesa di Santa Domenica v. e m.
Attualmente sconsacrata, probabilmente fu edificata nel periodo medioevale. Funzionò per qualche centinaia d’anni. Dopo qualche tempo d’abbandono fu riconsacrata il 7 novembre 1729, ma in seguito fu di nuovo abbandonata e quindi adibita a frantoio e, poi, a magazzino. L’attuale edificio consta di due ambienti rettangolari in asse fra loro, di diverse dimensioni: il piccolo fungeva da santuario, senza abside, il più grande da navata unica. Essi sono separati da un arco a tutto sesto, ampio per tutta la dimensione della larghezza del santuario. Sopra la chiave dell’arco sporge una mensola in pietra usata come probabile sostegno del Crocifisso, oggi asportato. Il soffitto è ligneo. Le mura sono intonacate e, a causa di ciò, non è possibile una lettura più precisa della struttura. Ha diverse aperture che danno attualmente su ambienti adiacenti alla chiesa, tranne quella occidentale che dà sulla strada
Le torri d’avvistamento
Nel luogo denominato “avanz’a turri” vi sono i resti di una delle tre torri presenti nel territorio di Gasponi (della seconda non è rimasto alcunchè, fuorché il toponimo “turretta” in località S. Angelo e delle terza, che era ubicata in contrada detta “Marcea”, una parte dei muri) che servivano per la difesa del suo territorio contro le continue incursioni piratesche con funzione di avvertimento per la popolazione, con fuochi o suono di campana, a seconda dell’ora del pericolo.